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POLITICA CITTADINA
La Cascinazza e il Lambro
Bomba a Palazzo: divieto assoluto di costruzione, per legge
di Franco Isman


La Cascinazza

E' stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale dell'8 agosto (ma l'Amministrazione lo ha saputo solamente in questi giorni!) il decreto del presidente del Consiglio dei ministri del 24 maggio 2001 (Giuliano Amato) con il quale si approva il piano stralcio per l'assetto idrogeologico del bacino del Po (che comprende anche il Lambro) predisposto dalla “Autorità di bacino del fiume Po”, ente costituito nel 1983 in sostituzione del Magistrato alle acque.
In estrema sintesi: il corso del Lambro nella zona Sud di Monza viene classificato nella categoria R4, zona ad altissimo rischio di esondazione (una volta si diceva inondazione…) ove sono possibili la perdita di vite umane oltre che danni gravi agli edifici e alle strutture, con conseguente divieto assoluto di costruzione. Il terreno è agricolo e tale deve rimanere, unica possibilità un cambio delle culture a dimora.

Magnifico!
L'area della Cascinazza, di oltre 700.000 metri quadrati, è una delle pochissime zone verdi rimaste a Monza, Parco e giardini della Villa Reale esclusi, era stata inserita nel cosiddetto parco di cintura urbana previsto dal Piano regolatore Benevolo, approvato nel 1997; è oggetto di un progetto di variante di piano, approvato dalla Giunta, che stava per essere sottoposto al Consiglio comunale e che avrebbe consentito la realizzazione di 300.000 metri cubi di costruzioni al proprietario dell'area, la IEI (Istituto per l'Edilizia Industrializzata) di Paolo Berlusconi. In barba alle promesse elettorali di salvaguardia di Roberto Colombo, quando era candidato sindaco.

Perché questo voltafaccia ?
I perfidi parlano di conflitto di interessi: il sindaco è di Forza Italia ed il proprietario dell'area è fratello del presidente del Consiglio.
Oggettivamente una giustificazione di un certo rilievo esiste: nel 1962 il Comune aveva stipulato una convenzione con il proprietario dell'area di allora, l'Immobiliare Cascinazza, con la quale, in cambio della cessione gratuita di una parte del terreno (effettivamente avvenuta), veniva approvata la realizzazione di addirittura 1.800.000 metri cubi di costruzioni. Seguirono variazioni degli standard concessi, ricorsi e controricorsi fino ad una sentenza della Corte d'Appello del 1999 che sanciva che la IEI, attuale proprietaria, avrebbe dovuto essere risarcita per il terreno ceduto gratuitamente con la convenzione originaria, rimasta senza seguito. Il Comune ha proposto ricorso alla Corte di Cassazione.

Contro l'espressa intenzione della Giunta di stravolgere il Piano regolatore già approvato, con le varianti che prevedono pesanti edificazioni alla Cascinazza ed al Rondò dei Pini, si è avuta una vera e propria sollevazione popolare, con la nascita del movimento “Insieme per Monza”, che comprende cittadini delle più diverse “anime” politiche, con la raccolta di migliaia di firme e con una forte resistenza in Consiglio comunale da parte di tutte le opposizioni. Infatti il terreno della Cascinazza rappresenta un bene non rinnovabile, un bene irrinunciabile per trasmettere ai nostri figli una città in qualche misura vivibile.

Magnifico!
Quello che le opposizioni ben difficilmente sarebbero riuscite ad ottenere, ora viene sancito per legge, e il Comune non può che adeguarsi. Ma il risultato va senza alcun dubbio a favore di tutta la Città, e il sindaco per primo avrebbe dovuto esserne felice.
Ma allora come si spiega la tensione e la contrarietà degli amministratori e del sindaco in particolare, che dichiara addirittura che si tratta di “un altro boccone avvelenato” passato sulla testa degli amministratori monzese ma anche regionali.
Che, mentre è in atto un ricorso alla Corte di Cassazione in cui è parte, si sbilancia a rappresentare pubblicamente il timore di dover pagare risarcimenti “di 70, 90 miliardi e più” facendo così opera dannosa agli interessi dell'Amministrazione e, nel medesimo tempo, opera di disinformazione, per non dire di terrorismo psicologico, quando è evidente che la nuova legge non potrà non avere influenza anche sul contenzioso in corso.

Mai si è avuta maggiore cesura fra quello che pensa e sente una grande maggioranza di monzesi, giustamente preoccupati della vivibilità della città, ed il comportamento di un amministrazione e di un sindaco che, evidentemente, si curano d'altro.

Franco Isman
franco.isman@arengario.net


Per una documentazione completa vedi
"Cascinazza: le importanti novità introdotte dal PAI"
sul sito dei DS di Monza


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 18 ottobre 2001